28 giu 2016

Keronoise - Fine - EP Postumo dei Keronoise


Tutte le cose belle (ma anche quelle brutte), prima o poi finiscono. I Keronoise erano finiti già da tempo, molto prima che smettessimo di suonare insieme. E' passato del tempo prima di riuscire a comunicarcelo vicendevolmente e serenamente senza rancori o rammarichi. Ma nel mio cuore non sono mai finiti. Capite che è difficile ammettere che una cosa che hai coltivato, fatto crescere, odiato e amato con passione per più di 15 anni (sono 17 quest'anno) è finita. Così ho tentato per più di due anni di tenerla in vita, coinvolgendo tutti i Keronoise (e non) e invitandoli a registrare, suonare, provare insieme, nella speranza di rivedere accendersi una nuova fiamma, un impeto compositivo, qualcosa che non si è mai più manifestato. In compenso mi sono appassionato a questa nuova disciplina: l'home recording. Ho comprato attrezzature, letto libri, divorato tutorial con il solo scopo di poter incidere in una forma più o meno ascoltabile le ultime composizioni dei Keronoise. E' nato quello che amichevolmente abbiamo chiamato il Bridge9Studio nella cantina di casa mia (ma prima ancora in camera da letto e nel corridoio di casa mia), nel quale ho passato ore e giorni nella speranza di fare qualcosa di bello.
Finalmente sento di poter mettere la parola FINE, con quest'ultimo EP,  nato riadattando canzoni scritte tra il 2010 e il 2014 (ma non solo) ad una versione intima e meno rumorosa rispetto ai Keronoise di vecchia data. Sono stati inserite chitarre acustiche, violini, pianoforte, sintetizzatori, voci, cori, esperimenti vari.
I brani in totale incisi e terminati sono 6. In principio dovevano essere molti di più (credo 10 o addirittura 12), ma oltre a non avere materiale da missare, se non costringendo con la forza e forse di malavoglia tutti gli ex colleghi, mi sono accorto che il 6 era il numero perfetto per quet'ultimo EP. Perchè 6 è il numero di brani che ha compongono tutti e tre i precedenti EP dei Keronoise. 6 erano le canzoni terminate ad oggi e non me la sono più sentita di andare oltre. Direi che due anni per un progetto, nei giorni nostri, sono già tanti.

La tracklist è la seguente:
01. Pandora
02. Perdere il controllo
03. Perdonami
04. Test Funzionale
05. Ti trovo un modo
06. Western Story

Ovviamente anche l'ordine di apparizione dei brani ha una giustificazione. Innanzitutto sono in ordine alfabetico: questo per il semplice fatto che ascoltandole e riascoltandole in auto, una volta caricata frettolosamente la chiavetta USB, venivano riprodotte in ordine alfabetico. In aggiunta l'EP apre con un brano cantato da me (per ricordare il periodo di quando ero la voce dei Keronoise), continua con Perdere il controllo, che è il brano maggiormente riarrangiato rispetto alla versione elettrica e per il quale ho chiesto anche la collaborazione di Stefano Marzoli dei Newdress per il pianoforte. Perdonami è un vecchissimo brano scritto da me, poi stravolto in versione elettrica e qui riproposto nella sua versione quasi originale. Test funzionale si avvicina molto alla versione elettrica e Ti trovo un modo è l'ultima canzone da me scritta (intesa come brano completo di musiche e testi). Chiude Western Story, brano che ha segnato la punta compositiva dei Keronoise e del quale avevo già parlato in quest'articolo: Geme della canzone: Western Story - Keronoise

Dedicherò per ogni canzone un post perchè vorrei descrivere quale è stato il processo creativo che ha portato alla stesura di ogni singolo brano, nella forma che qui vi propongo. Questo serve soprattutto a me, per non perdere ed avere sempre nella memoria (e non) il maggior numero di emozioni e ricordi di tutti questi anni passati a scrivere canzoni (quindi un qualcosa di molto intimo e personale) con degli amici che non si trovano casualmente sul proprio percorso di vita. 
Sono canzoni che non hanno mai portato al successo, che probabilmente non lo avrebbero mai fatto, ma sono brani che mi hanno sempre regalato qualcosa, e che voglio poter condividere, nella speranza che chiunque abbia la volontà di concedersi 20 minuti di pausa possa cogliere le stesse emozioni.

Tutti i brani incisi dei Keronoise, compreso questo ultimo EP, sono in download gratuito su Soundcloud.

Alcune note di coda. Le stesse che a me piace trovare nei book dei CD.

Keronoise - Fine
Registrato, missato e masterizzato presso il Bridge9Studio da Massimo Minelli tra il dicembre 2013 e il giugno 2016.

Hanno partecipato
Massimo Minelli: chitarre acustiche, chitarre elettriche, voce in "Pandora", cori, percussioni, sinth, programmazioni, rumori
Stefano Bigarella: violino, chitarra in "Ti trovo un modo"
Nicola Boschetti: basso
Paolo Lazzari: voce
Con la partecipazione di Stefano Marzoli (NEWDRESS): pianoforte in "Perdere il controllo"

I Keronoise erano e sono stati:
Massimo Minelli: chitarre, voci, cori (1999-2016)
Stefano Bigarella: chitarre, cori (1999-2016)
Emanuele Berardi: batteria (2000-2016)
Nicola Boschetti: basso (2006-2016)
Paolo Lazzari: voce (2010-2016)
Giacomo Amadei: basso (1999-2006)
Marta Schivardi: batteria (1999-2000)

Buon Ascolto.


27 mag 2016

L'album musicale: leggeresti un libro con pagine in ordine casuale?

Con l'avvento della musica liquida o per meglio dire dei vari programmi e siti di streaming (Spotify, Google Play Music, Deezer, napster, ecc) si sta perdendo, a poco a poco, la concezione dell'album e della discografia dell'artista, sostituita da eventi più o meno periodici di uscite e release che, alle volte, lasciano il tempo che trovano.
Mi spiego meglio.
Parlando anche per esperienza personale, il momento di uscita di un album per un artista o un gruppo musicale, segna un momento particolare e ben preciso per la carriera del solista o del gruppo. E' un traguardo, un punto di arrivo e un punto di inizio, dove si incrociano le dita e si attende il riscontro del pubblico, sperando di ottenere il consenso sperato per essere finalmente appagato di tutta la fatica riversata per stendere tutti i brani che compongono l'album.
Una volta c'era il CD. Prima ancora il vinile e le musicassette. Si andava al concerto, si comprava il supporto e si ascoltava l'ultima fatica del gruppo. Oppure si entrava in un negozio di dischi, si comprava un album e lo si ascoltava dall'inizio alla fine, magari spuciando tra i testi e, per i maniaci come me, guardando dove i vari brani sono stati registrati, chi li ha registrati e prodotti. Ora i CD si possono anche acquistare su Amazon o su altri siti di e-commerce. Ma una volta che parte l'abbonamento mensile di un qualsiasi servizio streaming, chi guarda più queste cose?
Forse per la maggior parte della gente la musica è considerata per quella che è, un sottofondo che accompagna le azioni quotidiane (guidare, passeggiare, fare sport, cucinare, stare a tavola), per cui un bel "casuale" è quello che ci vuole, farci inculcare anche la musica che dobbiamo ascoltare. Una volta c'erano le radio, ora probabilmente, pur di passare una volta in più nella playlist o nelle scelte random, qualcuno paga profumatamente il servizio.
Forse comprare CD, lo ammetto, è una cosa da vecchi: persino in un negozio Hi-Fi mi hanno proposto un sistema di riproduzione basato sulla musica liquida invece del classico lettore CD. Fa riflettere anche il fatto che i brani odierni vengano missati e masterizzati affinchè suonino bene dalle casse del telefonino. 
Ma ciò che voglio puntualizzare non è il come mi procuro la musica (ben vengano i servizi moderni e le nuove tecnologie alle quali sono sempre aperto), ma è come ascolto la musica.
Ascoltare la musica, a mio avviso, è come guardare un film o leggere un libro. Lo scelgo e lo leggo, dalla prima all'ultima pagina, dall'inizio alla fine. E così dovrebbe essere per gli album: quando si scopre un artista, bisognerebbe scoprirne le origini, scovarne la discografia, ascoltarne i prodotti, possibilmente in ordine cronologico, leggerne la biografia e capire le influenze a seconda dell'anno di incisione e altre piccole cose di questo tipo. Tutto questo non lo faccio nemmeno io, diventa dispendioso e controproducente, ma per lo meno, quando acquisto un album lo ascolto, dall'inizio alla fine.
L'ordine di apparizione di ogni singolo brano all'interno di un LP o EP, per l'artista (sia esso un solista o una band) ha un'ordine ben preciso. L'artista ha speso giorni e notti, per decidere i giusti incastri di ogni singola canzone, ed è giusto, secondo me, che si renda omaggio all'opera nella sua completezza. Ascoltare con l'ordine  "casuale" (tasto che personalmente eliminerei da ogni applicazione o dispositivo) significa leggere o guardare un film in ordine casuale. The Wall dei Pink Floyd in ordine casuale? Mio Dio!!!
Ad esempio ricordo, nel lontano 2007-2008 il primo EP dei Keronoise (LPV - ascoltabile qui) era in fase di completamento e ci si era posti il problema dell'ordine di apparizione dei brani. I brani erano 6. L'ordine scelto fu pressapoco così motivato:

1. L'illibata indifferenza: ci piaceva l'idea di partire con un brano "cattivo" e pesante, e questo era forse uno dei più cattivi;
2. LPV: personalmente mi piaceva l'idea che la title track dell'EP fosse al secondo posto, per non svelare subito il perchè del titolo dell'EP, ma neanche far aspettare troppo prima di scoprire la canzone che dava il titolo all'album;
3. Dolce Fragile: dopo due brani belli sostenuti un poco di calma era dovuta;
4. Facile: risolleva il ritmo, al limite del noise e il finale legava bene con l'ingresso della batteria di Baby Doll: infatti la fine di Facile è stata allungata affinchè sulle note finali entrasse il brano successivo;
5. Baby Doll: altro brano ritmicamente sostenuto, che conclude la parte elettrica;
6. Concubina del Diavolo: acusticata, con la personale idea romantica che potesse avvicinarsi a Something in the way dei Nirvana, a chiusura di Nevermind.

Ora, a distanza di anni, sono consapevole che LPV dei Keronoise non è paragonabile a The Wall dei Pink Floyd, ma anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo cercato di dare un senso alla nostra piccola opera. Figuriamoci cosa mai possano inventarsi i grandi artisti (azioni di marketing escluse).
O ancora: i Newdress, band nella quale ho avuto la fortuna di suonare per due anni e più e con sui ho inciso un EP - Novanta (ascoltabile qui), incisero un album intitolato Legami di Luce (ascoltabile qui): l'ordine di apparizione dei brani è semplicemente l'ordine alfabetico. Ma se si osserva bene e si ascolta, si può scoprire il filo conduttore che unisce ciascun brano: l'ordine alfabetico era l'unico possibile per questo album.

Capite quindi che ogni artista si perde nelle più piccole sfumature della sua opera d'arte, nella speranza che chiunque possa coglierle, dalla più piccola alla più grande, e ci si possa perdere all'interno. Quindi invito tutti ad un ascolto consapevole, cercando di apprezzare tutti gli sforzi che i musicisti e le band mettono all'interno del loro progetto.

Se non avete cazzi e considerate tutto quanto di cui sopra un'immensa pippa mentale, va bene lo stesso. Importante è ascoltare musica.

18 mag 2016

La morte della musica

Vorrei evitare di fare la solita retorica di gruppi che si sciolgono, della musica che non è più la stessa, della gente che non ascolta più la musica, della difficoltà dell'ambiente discografico, di Manuel Agnelli che va ad X-Factor e altre cazzate di questo tipo.
Ma così farò.
E lo voglio fare non scrivendo un articolo lunghissimo perchè non ne sarei in grado: purtroppo le insegnanti di italiano delle superiori non mi hanno "imparato bene" e io non mi sono applicato granchè, per cui non sempre le parole e i concetti riesco ad esprimerli in un italiano più o meno corretto e lineare.
Lo voglio fare citando in fila tre avvenimenti, tre post che nei giorni scorsi mi hanno particolarmente colpito e che, rappresentano in modo completo tutto il mio pensiero sulla musica di oggi, il fare musica e l'ascoltarla.
Il primo è un mio post su Facebook del 30/04/16 che recitava questo:


Ho scaricato la app di rockit e mi sono messo ad ascoltare alcune nuove uscite di qualche vecchia conoscenza. Bene. Constato che di di gente che crea musica ce ne è fino a stufarsene, ma ascoltando sento che non mi lasciano niente...però so quanto questa gente ha sudato sulla singola nota suonata, il giusto incastro cercato, l'ordine di apparizione dei brani, insomma tutto. E mi sento in colpa. Per lo meno io ho ascoltato, ci ho provato, ma personalmente oggi non pagherei per il vostro nuovo album. Mi piacerebbe sapere quante persone hanno ascoltato in questo modo qualche EP o album dei gruppi in cui ho suonato, riversando lo stesso sudore. Secondo me poche.

Poi arriva la notizia che i Fratelli Calafuria si sciolgono, con un annuncio sul loro Facebook in data 06/05/16. Ma la parte che più mi ha colpito è questa:

(...omissis...) Permettetemi una carezza all'ultimo lavoro "Prove Complesse" che oggettivamente non si è inculato nessuno. (...omissis...)

Ed ecco qui il punto! Il nuovo album, l'ultima fatica di un gruppo "rodato" non se lo è inculato nessuno. Se avessero venduto milioni di copie, si sarebbero sciolti? Forse sì, perchè forse i motivi sono ben altri. Ma magari avrebbe dato loro un motivo in più per continuare insieme a fare musica. Seppur il mio post di cui sopra non riguardasse i Fratelli Calafuria (dei quali ho comprato il loro "primo album" venduto nei negozi e che ritengo un grandissimo album), vale più o meno lo stesso concetto. Giuro che ho seguito gran parte delle loro azioni relativamente a quest'ultimo album, mi sono visto i loro live, letto articoli dove spiegavano che avevano ritrovato loro stessi e la gioia di fare musica insieme (provando anche un sacco di invidia), mi sono ascoltato l'album in streaming, ecc, ecc, ecc...ma alla fine non mi è arrivato. E non l'ho comprato. Non me lo sono inculato, rimandando e l'acquisto alla prima occasione di vederli live in zona. Ma a quanto pare quell'occasione non ci sarà. Quindi di chi è la colpa, se un colpevole dobbiamo trovare? Io mi sono impegnato, ma purtroppo non ce l'ho fatta. Il mio acquisto non avrebbe salvato i Fratelli Calafuria dallo scioglimento, ma comunque un poco in colpa mi sento.

In ultimo, pensando e ripensando al pubblico e all'attenzione che il pubblico da alla musica, mi viene postato da conoscenti questo articolo che invito a leggere con molta attenzione:

La morte del pubblico e la fine di tutto

Se sarete così bravi da leggere tutto l'articolo fino in fondo, con attenzione, capirete che non resta molto da aggiungere al pensiero che mi gira in testa da una quindicina di giorni a questa parte. L'articolo parla anche di me, con l'appunto positivo che io questa volta mi metto dalla parte dello scrittore, di quello che si ascolta i dischi, che si ascolta i concerti, e quindi mi sento in pace con me stesso.Citando l'articolo: "Allora capite che se è così, chi se ne frega di Manuel Agnelli ad X Factor".


Se dio vorrà, anche io continuerò a fare musica. In qualche modo. Gradirei che almeno la mia musica venisse ascoltata da qualcuno, anche solo per dirmi "Fai Cagare".




30 gen 2016

Lunga attesa - Il mio tributo ai Marlene Kuntz

Oggi è uscito il decimo album dei Marlene Kuntz che contiene la versione originale di Lunga attesa
Questa è la mia versione che, insieme con altre 320 altrettante belle versioni, dimostra che c'è gente là fuori, di tutte le età, che ha voglia di fare musica, ha voglia di farla bene e nutre un'enorme stima per una vera band italiana. 
Tutto è nato da un contest che i Marlene Kuntz hanno lanciato sulla propria pagina Facebook, mettendo a disposizione in anteprima il testo di un loro brano e invitando musicisti e non a musicarlo.
Dopo aver "lasciato perdere" per più di un mese, un giorno strimpellando con la chitarra acustica, mi è arrivato il giro principale: era lui!! Ciò che stavo aspettando! E via, ci corsa a registrare!
Sono personalmente soddisfatto, in quanto era un sacco di tempo che non mi capitava di fermarmi e scrivere dall'inizio alla fine una canzone, di farlo di botto e meravigliarsi del risultato finale, con un grazie enorme per chi, prontamente e senza battere ciglio supporta e sopporta i miei fastidiosi capricci.
Si cresce, si diventa grandi, ci si sposa, arrivano i figli, cambiano i gusti musicali ma è splendido scoprire che le proprie passioni non muoiono mai.
Particolarità della foto che ho scelto come copertina: la foto, che richiama il mio album preferito dei Marlene Kuntz, è stata scattata durante l'attesa del concerto dei Marlene Kuntz a Pontenure il 07 Luglio 2007. Sullo sfondo me medesimo. Tutto torna.

30 lug 2015

Vecchie foto riemergono - ITIS Lonato 5B anno 1999-2000

Un tempo curavo un blog.
Ora non più.
O meglio poco.
Cambiano le priorità. Gli impegni quotidiani e necessari, come ad esempio il lavoro e la famiglia, si fanno sempre più impellenti e improrogabili. Ma ogni tanto ci si può concedere anche di divagare su altro. Ed è in questi frangenti che per un paio di ore serali mi perdo a riorganizzare cose, sistemare scartoffie, aprire vecchie scatole e scoprirne il contenuto nostalgico. Ieri è toccato alla scatola delle foto, dove ho ritrovato alcuni negativi di foto scattate nell'anno 2000, poco prima del diploma, Classe 5B ITIS Luigi Cerebotani di Lonato, Brescia.
Oltre ad averle già condivise su Facebook con tutti i principali attori di queste foto, voglio dedicare anche questo mini post alla mia "passione" per la fotografia analogica (questa strana cosa da hypster), che un certo fascino comunque regala.
Sempre.












26 ago 2014

Saffo o Lesbo?? - Lampade da arredamento

Rendiamo omaggio alle due lampade che sono entrate a far parte oramai da qualche tempo del nostro arredamento: la Saffo e la Lesbo by Artermide.
Da qualche anno in casa nostra era già entrata la Saffo.


La Saffo in nostro possesso è originale anni 70, in quanto donata ai miei suoceri come regalo di nozze, stazionata a casa della nonna di mia moglie per qualche anno e portata nella nostra casa all'inizio della nostra convivenza. Non ha mai avuto una collocazione fissa e non è mai stata accesa in quanto il timore di romperla era sempre vigile, soprattutto in mia moglie. E poi gli mancava la sorella...
La sorella è arrivata come regalo per le nostre nozze da parte dei miei genitori. La Lesbo!


Quindi c'era da valorizzare queste due opere d'arte. Così una applique di casa è stata sostituita da una creazione by Ikea, che ha permesso di posizionare le lampade più in alto possibile (lontano quindi da mani e pericolosi manici di scopa) e di utilizzare queste due sorelle, nuovamente insieme.

Le lampade sono state disegnate da Angelo Mangiarotti per Artemide nel 1967. La base di entrambe è in metallo lucidato mentre il corpo e il diffusore è un vetro di Murano. La Lesbo è ancora disponibile nel catalogo di Artemide, mentre la Saffo, non so per quale ragione, non più.
Vederle accese fa un certo effetto. Cool!

23 apr 2014

Recensioni musicali - Horizon


Horizon Band. Band. Il primo pensiero ricercando in internet è che mi sia stato passato una cover band da recensire. Non ci vado lontano.
Prima di ascoltare l'EP inviatomi faccio un giro sul tubo, per vedere cosa la band ha da offrire al mondo mediatico-informatico. Primo video che si presenta è un video ben strutturato di un live della BAND a Rimini. Prima traccia dopo l'allestimento del palco: una cover dei MUSE. Seconda traccia: una cover dei THE KILLERS. Finalmente un pezzo degli HORIZON - Bianconiglio. Il pubblico meno agitato di prima, ma questo non mi sorprende: il pubblico è sempre una brutta gatta da pelare, soprattutto in un contesto così grande come sembra essere il live di Rimini. Si ritorna ad una cover: MUSE. Saluti e uscita di scena. Sicuramente di positivo c'è che i ragazzi suonano. Anche troppo bene direi.
Dalla biografia capisco il perchè delle scelte stilistiche. Le prime cover studiate dalla Band sono proprio dei MUSE e da qui, si dice attingano a piene braccia per la ricerca di una propria identità, di una propria sonorità. Sono lanciato. Mi guardo un nuovo live. Faenza. Parte nuovamente la cover. Uff. COLDPLAY. Poi YOUNG THE GIANT. STEREOPHONICS. Nuovamente COLDPLAY. E finalmente "Chiudo gli occhi" degli HORIZON. Breve. COLDPLAY. Canzone degli HORIZON cantata in inglese. Noto il giubbetto alla MINISTRI indossato dal cantante durante la cover dei MUSE. Nuovamente HORIZON. Saluti e baci.
A questo punto sono pronto per l'ascolto de ACCHIAPPASOGNI EP. Dopo una Intro super elettronica parte KATUN. Voce, bella voce, in primo piano su un tappeto di pianoforte e chitarra. Ottimi i suoni ma se posso sottolineare, mi sembrano piuttosto banali e del tutto simili a quelli utilizzati dai gruppi coverizzati. Ma questa può essere una scelta stilistica. Il tappeto di sottofondo si rivela tale: pianoforte e chitarre che si intrecciano in un susseguirsi di fraseggi. Chitarra acustica per GOCCE DI ILLUSIONI. Bello il giro di basso della strofa e la voce che percorre questa ritmica. Ovviamente stile MUSE. BIANCONIGLIO mi ricorda i NEGRAMARO. Immagino sia il pezzo principale dei HORIZON, in quanto trovato in ben 2 video che ho guardato. La voce in ingresso di CHIUDI GLI OCCHI mi ricorda la voce di KATUN e mi fa sorridere pensando "si autocoverizzano"! SEI MOLTO DI PIU' scorre via liscia, con qualche incertezza nell'incastrare perfettamente le liriche, costringendo un cantato zoppicante. THE TIME THEORY è una ballata cantata in inglese su tappeto di sinth e chitarra arpeggiata e ovviamente la bella voce in primo piano. Poi parte la batteria. Mi ricordano (troppo) gli U2, alla partenza del solo.
Manca un riff, un passaggio, una parola che possa fissarsi in modo indelebile nella testa. Ascolto prendo e passo. Niente. E questo mi dispiace perchè capisco dai brani, dalla loro struttura, dalla ricerca accurata dei suoni che gli HORIZON potrebbero dare ben di più. Gli HORIZON sono un gruppo a mio avviso valido, musicalmente preparato e pronti per affrontare grandi palchi. Mi sento di consigliare agli HORIZON, da ascoltatore "musicista" e quindi anche attento ai particolari musicali e non solo commerciali dei brani, una ricerca più approfondita della propria identità e della propria sonorità per renderla meno banale e "già sentita". Su forza!

sito web: www.horizonband.it