27 feb 2011

Che pubblico strano - Marlene Kuntz live @ Latte + 26.02.2011


Concerto dei Marlene Kuntz: bello! Concerto dei Marlene Kuntz al Latte più: bello ma rimpiango i concerti al Buddha. Ne parlavo sulla strada di ritorno con il mio amico Bolla (Marco Boletti). Il Latte più è un locale in Brescia dalle dimensioni strane: è troppo piccolo per un concerto di un gruppo grande ed è troppo grande per un concerto di un gruppo piccolo. Ma ben venga che ci sia un locale come il Latte +, che per lo meno offre qualcosa di decente a questa Brescia bene.
Il nostro arrivo è alle 22:15. Con grande stupore per la strada ci sono già parecchie macchine, e l'ingresso, stranamente aperto per quell'ora, è già gremito di persone. Per entrare nel locale attendiamo circa 15 minuti al freddo. Il locale è già abbastanza affollato, ma vivibile, anche se la cappa di caldo comincia a farsi sentire.  Uno sguardo al palco e alla disposizione: non è la solita usuale, con batteria sullo sfondo e tutti davanti, ma in prima fila sono allineati i Marlene di vecchia data, quindi, da sinistra Riccardo Tesio (chitarra), Cristiano Godano (chitarra e voce) e Luca Bergia (Batteria). Questa configurazione obbliga la batteria di lato, a destra. Sullo sfondo i "mercenari", ossia gli attuali musicisti che accompagnano i Marlene Kuntz: Lagasch (Basso) tra la batteria e Cristiano, e Davide Arneodo, violinista, tastierista e nuovo tuttofare tra Riccardo e Cristiano. Abbiamo individuato un posticino in terza fila alla destra del palco, difronte alla batteria di Luca Bergia. La prima cosa che ho pensato è che la posizione non è delle migliori per osservare un concerto dei Marlene Kuntz, in quanto si rischia di venire scalciati su pezzi un poco più forti, i classici pezzi da pogo. Ma confidiamo nei pezzi lenti, anche se qualche brano del nuovo album, se fatto con la giusta verve, può scatenare il subbuglio nella folla. Comincia la conta alla rovescia, con scommesse su l'ora di partenza del concerto. Io voto mezzanotte, mentre il Bolla vota le undici e mezza. Fortunatamente vince il Bolla. Alle 23:34 i Marlene Kuntz salgono sul palco. Durante l'attesa abbiamo anche ipotizzato con quale brano avrebbero cominciato. Eravamo tutti e due d'accordo su un brano lento dell'ultimo album. E così è stato. Oasi da Ricoveri virtuali e sexy solitudini, un lento che comincia con un parlato scazzato. Non ricordo ovviamente tutta la scaletta, ma ricordo bene l'arrivo inaspettato di Infinità tratto da Ho ucciso Paranoia. Un brano con uno spessore particolare. Una bella alternanza di brani lenti nuovi, con brani lenti vecchi...lenti con qualche schitarrata alla Marlene, che riducono il buon Cristiano, in giro di 5-6 pezzi, ad uno straccio grondante di sudore. Il pubblico intorno a me pare non recepire...non canta i pezzi nuovi e non canta i vecchi. Si limita ad annuire e ad applaudire alla fine del pezzo. Io sono abbastanza gasato, in quanto ho scoperto con mio grande stupore di sapere i testi delle nuove e di ricordarmi i testi delle vecchie. Quindi canto, anche a squarciagola quando la canzone lo permette. Dopo una quarantina di minuti si fa sul serio: due accordi caratteristici e parte il boato della folla che ha riconosciuto Ape Regina (Il Vile). Immaginavo già il delirio della folla, ma il pubblico non parte, resta fermo, forse anche demotivato dal buttafuori sotto Cristiano. In compenso le mie corde vocali cominciano ad infiammarsi, mentre i veneti dietro di me commentano ma non cantano. Cristiano infila la bacchetta nelle corde della sua Fender Stratocaster. "Non ci credo che fa Sonica" dico al Bolla. Ed è proprio così, parte Sonica tratta dal primo album Catartica, e parte anche la mia voce. Urlo a più non posso, facendomi odiare dalle persone davanti a me, che mi lanciano occhiate malevoli. Il pubblico non si agita a dovere. Poi un Merry X-Mas sempre da Catartica pezzo che probabilmente non ho mai sentito fare dal vivo. Cristiano e i Marlene ringraziano ed escono, stremati. Guardo l'ora: 00:40. Solo un ora! Gli anni cominciano a farsi sentire, probabilmente! Rientrano e Cristiano imbraccia per la seconda volta nella serata la chitarra acustica: novità assoluta vedere Godano con una acustica. Alternano pezzi nuovi a pezzi vecchi, schitarrano, fanno partire una serie di feedback e se ne vanno nuovamente, lasciando il pubblico a lottare con suoni effettati. Io sono al settimo cielo, ma i compagni attorno a me restano piuttosto straniti. Rientrano e dal rumore parte d'incanto un Nuotando nell'aria (Catartica). Finalmente la gente canta. Siparietto comico in cui Luca sbaglia canzone e batte un tempo sbagliato, costringendo i chitarristi a due false partenze, finchè Godano si avvicina al microfono e, guardando Luca scandisce sorridendo "Notte!". Luca si accorge dell'errore, applausi e si riparte.
In scaletta anche Lieve sempre da Catartica, che il pubblico sembra gradire. Non ricordo il pezzo finale, il pezzo di chiusura, ma se non mi sbaglio prima di chiudere le uscite e rientrate in totale sono state quattro, per un totale di due ore abbondanti di concerto.
Pienamente soddisfatto anche se un poco deluso dal pubblico poco collaborativo. Tanti ragazzi della mia età, ma anche tanti ragazzi giovani: ricordo un trio davanti a me che su Ape Regina o Sonica si stringevano l'un l'altro emozionati... i pochi che ho visto veramente emozionarsi. Avrei gradito qualche pezzo in più da Ho ucciso Paranoia,  ma mi sembra di chiedere troppo.
Complimenti al papà poco distante da me, con maglioncino di lana in mezzo alla folla con 40°C e umidità prossima al 90% che ha accompagnato il figlio, forse quindicenne, al concerto dei Marlene Kuntz. Rispetto!