30 apr 2011

Padina Applique Castiglioni - L'accoppiata è fatta!

Dopo 2 anni e 3 mesi di fili penzolanti, anche l'ultimo punto luce è stato sistemato nella nostra casa. L'attesa è stata lunga ma ne è valsa la pena. A completare i punti luce di cucina e sala è stata montata la fantastica sorella della Splugen Brau già presente, ossia la applique modello Padina di Castiglioni. Realizzata in alluminio pressofuso, desing anni 60, ha un diametro di 25 cm. L'interno è ondulato, proprio come la lampada splugen. Ovviamente la lampadina montata è del tipo con calotta cromata, proprio perchè accesa possa riflettere luce solo all'interno, mostrando tutta la lucentezza dell'interno.

L'accoppiata lampadario-applique della cucina è completo! Grazie a Vintage Forniture che ci ha consigliato nella nostra impresa!

25 apr 2011

Brit Pop Gay Rock - Bobbit Uncut

Mi si accusa di fare post che non parlano di me, ma solo un inutile scopiazzare da altri siti. E chi mi accusa di questo? I miei amici ovviamente, dai colleghi a chi suona con me. E uno di questi è Francesco (Cek), bassista e cantante dei uno dei gruppi in cui suono, i Bobbit Uncut. Ed è proprio dei Bobbit e del mio ingresso nella band di cui voglio parlare.
Come dice la biografia sul myspace ufficiale (Bobbit Uncut Myspace), l'idea di Francesco (cantante e bassista) e Gabriele (batterista), era di formare un gruppo tributo agli Weezer. Il chitarrista si rifiutò categoricamente di suonare cover: era Andrea, che definirei un invidiabile chitarrista dissonante e controtempato. E così i Bobbit Uncut cominciarono a suonare canzoni proprie, spinti e sorretti dalla ammirabile capacità compositiva di Francesco. Niente di trascendentale e difficile, ma sicuramente l'orecchiabilità degli accordi messi in fila da Cek la fa da padrone. Con l'aggiunta di semplici battute a tenere il tempo e giochi di riff, fraseggi e accordi dissonanti il gioco era fatto. A completare la formazione c'era Raffaella, al violino e cori. Sono sincero, non so per quanto tempo Raffaella rimase nel gruppo, sta di fatto che ad un certo punto il gruppo continuò con tre elementi. 
I Bobbit Uncut provavano nella stessa sala prove dove io provavo con i Keronoise. La sala prove aveva alcune regole di utilizzo abbastanza rigide, prima fra tutte era la presenza di almeno due cittadini bedizzolesi all'interno di ciascuna band. I Bobbit Uncut erano abusivi da questo punto di vista, in quanto la lontananza di Raffaella non garantiva più il rispetto della ligia regola. Fu dato un ultimatum a questa formazione, che per quanto ne so, si mise a cercare ogni tipo di componente che potesse avere qualche affinità con la loro musica (secondo chitarrista, tastierista, suonatore di triangolo...).
Stavo cercando in quel periodo un gruppo, possibilmente già avviato, dove potermi concentrare con la chitarra, visto che nei Keronoise ero il cantante e chitarrista. Parlando una sera con i componenti dei Keronoise della situazione dei Bobbit Uncut e dell'ultimatum a loro dato, Bosco, il bassista dei Keronoise  mi disse: "Ma perchè non ci vai tu?". 
Non ci avevo mai pensato. 
A casa andai ad ascoltare quello che i Bobbit Uncut avevano inserito sul loro myspace. Ascoltai una Capricorn One acustica e acerba, ma bellissima nella sua semplicità. Mi proposi come secondo chitarrista e dopo uno scambio di mail partecipai ad alcune prove come ascoltatore silenzioso e in disparte, armato di registratore portatile. A casa mi studiavo i pezzi, semplici all'apparenza ma resi complicati e particolari dagli accordi improbabili proposti da Andrea. 
In quel periodo i Bobbit erano impegnati nella pre-produzione del loro primo EP "Coming Soon EP". Con stupore di tutti Andrea preannunciò che, dopo aver registrato il primo EP, avrebbe abbandonato la band. Io ero ancora un secondo chitarrista in prova, e mi ritrovai, da un giorno con l'altro, a dover passare un vero e proprio esame per potermi guadagnare il posto di unico chitarrista in un trio power pop. Evidentemente i Bobbit Uncut erano destinati a rimanere comunque in formazione da tre. Grazie a "Coming Soon" con i Bobbit intensificai la mia attività live. Non fu affatto facile per me sopperire alla mancanza di un chitarrista come Andrea, ma a parer mio me la cavai abbastanza bene. Anche a livello compositivo con i soci c'era feeling, il che portò in meno di un anno alla registrazione del secondo EP "Falling Down EP", un EP a mio avviso sottovalutato e purtroppo registrato male e poco valorizzante. Tutt'oggi ascolto i pezzi e dopo una smorfia dovuta ai suoni pessimi mi dico "Che bei pezzi!!" e non solo perchè ho suonato io e li suono tutt'ora, ma perchè sono pezzi semplici, orecchiabili e pop...insomma, non possono non piacere, o per lo meno non possono fare schifo.  L'EP passò in sordina in Brescia e provincia, nemmeno troppo spinto da noi, visto il pessimo risultato sonoro ottenuto. Nel 2010 fu l'anno di "Think about these days", la virata rock dei Bobbit Uncut. Le persone che mi conoscono e che hanno ascoltato il nuovo EP mi dicono che si sente la mia influenza chitarristica nelle 4 tracce incise. Secondo me è l'EP più maturo e più bello dei Bobbit Uncut, ben registrato da Fausto Zanardelli (EDIPO), che ha saputo valorizzare per quanto possibile tutte le canzoni presenti. L'EP è anche in vendita su ITunes e derivati, e lo si può ascoltare anche su Lastfm. Pienamente soddisfatto della nuova registrazione, pensavo sul serio di trovare date e porte aperte mostrando il nuovo prodotto ben confezionato, ma purtroppo non è stato così. Purtroppo la propaganda tramite mail e social network non ha portato grandi frutti, anche se accompagnata da una cartella stampa ben fatta. Per le poche date recuperate, anche nei posti più improbabili, l'affluenza è limitata ai soli amici e conoscenti, anche se, egoisticamente parlando, i Bobbit ci sanno fare...ma con le public relations personalmente non sono capace.
Quindi, alle prossime date dei Bobbit Uncut, date almeno una possibilità a questi tre ragazzi che si sentono un sacco teenagers!